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Informazioni sul Tè    La Storia del Tè    Leggende sul tè

Leggende

imperatore Chen Nung>> Una leggenda racconta che, nel 2737, l’imperatore Chen Nung, ordinò alla servitù di bollire l’acqua delle cucine e si sedette sotto un albero per controllare l’operazione: una foglia scese dall’albero e cadde nell’acqua calda. L’imperatore trovò ottimo ed euforizzante quello che fu il primo tè della storia.

>> Narra una leggenda che l’imperatore Shen Nong, accidentalmente, assaggiò un’erba velenosa che poteva uccidere un uomo dopo 10 passi. Solo le foglie del tè avrebbero potuto salvarlo, ma prima che potesse raggiungere le piante del tè, il veleno fece effetto. Fu una tragedia, ma senza essa il tè non avrebbe potuto essere conosciuto ovunque in tutto il mondo per le sue proprietà benefiche.

dipinto antico cinese>> Per gli Indiani a scoprire il tè fu Bodhidarma, il figlio del re, che aveva fatto voto di non dormire per 7 anni, durante la sua meditazione. Dopo alcuni anni venne però assalito dalla sonnolenza: seguendo l’istinto, raccolse alcune foglie da un cespuglio e, masticandole, recuperò le forze e la concentrazione. Scoprì così la pianta del tè.

>> Tanto tempo fa, in Cina, ci fu un lungo periodo di siccità che portò un'epidemia di peste. Alcuni anziani raccontarono dell'esistenza di una pianta il cui succo poteva curare gli ammalati e rendere fertile la terra. Questa pianta si poteva trovare su una montagna vicina, alla fonte di un drago. Alcuni giovani coraggiosi si recarono sulla montagna per cercare la pianta ma non tornarono. Il drago, sorvegliante della fonte, li aveva presi. Decisero di partire anche tre fratelli, due ragazzi e una ragazza. Il fratello maggiore partì per primo ma, dopo 36 giorni, ancora non era tornato; partì allora il secondo ma, dopo 49 giorni, anche questo non era ancora tornato. Partì per ultima la ragazza. Quando raggiunse la fonte si accorse che il drago aveva trasformato in pietre coloro che, prima di lei, lo avevano affrontato. Invece di avvicinarlo lo colpì a morte da lontano con una freccia. La ragazza raccolse i germogli della pianta sacra, li annaffiò con acqua della fonte e, con sua sorpresa, questi divennero subito piante adulte. Raccolse i semi e li spremette sulle pietre, riportando così alla vita i suoi fratelli. Ritornati a casa, i fratelli riuniti piantarono altri semi sul pendio di una collina e altre piante nacquero subito. Con le foglie di queste piante sacre fecero un infuso e lo fecero bere a tutte le persone ammalate che subito guarirono; la pioggia tornò a cadere e la terra fu di nuovo fertile. Da allora nel Fujian non smisero mai di bere il sacro infuso della pianta del Tè.
(La leggenda del Tè Bianco)

dipinto cinese fiore di peonia>> Un tempo un giovane ufficiale dell'esercito, stanco della corruzione del governo, decise di partire per altri luoghi e lo fece in compagnia della madre. Nel corso del suo viaggio fu colpito da una straordinaria fragranza presente nell'aria. Si fermò e chiese spiegazioni ad un anziano del luogo. L'anziano gli spiegò che, poco distante, c'era un piccolo lago e, in mezzo ad esso, c'erano 18 fiori di peonia. Erano questi a diffondere l'aroma. L'uomo e la madre raggiunsero il lago e decisero di stabilirsi in quel posto. Dopo breve tempo, la madre si ammalò. L'uomo cercò a lungo, senza successo, piante medicinali per guarirla, finché, stanco e deluso, si assopì. Nel sonno gli apparve un anziano che gli disse di cucinare una carpa con un tè nuovo: questo avrebbe guarito la donna. Al risveglio, tornò a casa e, con sorpresa, seppe che anche la madre aveva fatto lo stesso sogno. Prese allora una carpa e cominciò a pensare come trovare il nuovo tè. All'improvviso un tuono squarciò l'aria e le 18 peonie del lago divennero... piante di tè! Era un tè particolare. Essendo state peonie, le piante avevano una superficie lanuginosa bianca. L'uomo prese le foglie e cucinò la carpa. La madre la mangiò e migliorò immediatamente. Guarita, chiese al figlio di prendersi cura di quelle piante così straordinarie. La donna divenne immortale e, un giorno volò via dalla terra, divenendo la patrona del tè del luogo.
(La favola del Pai Mu Tan)

dipinto cinese rito del tè >> C'era un tempo un contadino, buddista molto devoto. Ogni giorno preparava una tazza di tè e la offriva alla dea Kuan Yin. Una notte la dea in persona gli apparve in sogno e gli raccontò di una pianta di tè che si trovava in una fenditura di un dirupo. Gli disse di andarla a prendere, farla crescere a casa sua e trarne beneficio per sé e per i suoi discendenti. Gli raccomandò, inoltre, di non essere egoista e di condividere con gli altri tale fortuna. Il contadino, molto devoto, fece esattamente come gli era stato suggerito in sogno. Portata a casa la pianta, la chiamò poi Kuan Yin per onorare la generosa divinità.
(La leggenda del Tie Quan Yin)

I cambiamenti dello stile di produzione e di consumo del tè corrispondono a diverse epoche della ceramica cinese che subì modificazioni anche a partire dalla lavorazione delle foglie del tè. I Maestri dell’epoca Sung preferivano consumare la bevanda (prodotta con foglie ridotte in polvere) in tazze marroni o comunque scure, per valorizzare il suo colore ambrato.
 
Le convinzioni sull’aspetto curativo del tè del monaco giapponese Eisai ebbero una larga diffusione quando egli inviò la sua opera “Note sugli effetti curativi del tè” e un po’ di tè allo shogun Sanetomo, generale supremo del Giappone, per aiutarlo a guarire da una malattia allo stomaco: quando il generale guarì diede un forte impulso alla diffusione del tè in tutto il Giappone.
 
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